Lazio, Zaccagni: "Mister mi lascia libertà in campo. La Nazionale? È sempre un obiettivo"
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Roma 26 febbraio 2025 – L'eliminazione in Coppa Italia avrà sicuramente raffreddato gli animi in casa laziale, ma non per questo la stagione è da buttare. Al contrario i capitolini stanno volando in campionato, in piena lotta per la Champions League, mentre in Europa League sono considerati da molti come una delle squadre da battere, dopo una super fase a campionato. Dopo gli addii di Ciro Immobile, Felipe Anderson e Luis Alberto in estate non c'è dubbio: il volto del nuovo ciclo biancoceleste si chiama Mattia Zaccagni. La sua promozione a capitano, insieme alla maglia numero 10 ne avevano incoronato il ruolo di protagonista già durante il ritiro estivo della squadra e nella stagione fin qui non ha disatteso le aspettative.
Un campionato eccellente per la squadra, che ha esaltato anche le qualità del singolo. Il giocatore ha raccontato tutto questo, insieme alla sua carriera e al sempre vivo obiettivo Azzurro all'emittente canadese TLN, dove è stato intervistato da Steven Moore, conduttore delle trasmissione legate alla Serie A per il canale. Ecco le parole del numero 10 laziale.
Il fantasista ha cominciato l'intervista con l'emittente canadese, focalizzandosi subito sulla grande stagione non solo del club capitolino, ma in generale anche sua. In 32 presenze tra tutte le competizioni, il giocatore ha fin qui marcato 9 gol e consegnato 8 assist, superando ampiamente il bottino dello scorso anno e mettendo nel mirino quello di due anni fa, quando realizzò 10 reti e altrettanti passaggi vincenti. "Sì stiamo facendo un percorso molto positivo. Per questo servono tanti piccoli particolari, a partire dal lavoro della società, poi quello dello staff tecnico e anche quello medico. Stiamo facendo tutte le cose giuste".
Proseguendo sul tema del campionato in corso, si è chiesto al numero 10 biancoceleste dell'impatto che Marco Baroni ha avuto sulla squadra. "Il calcio di oggi lavora molto sulla testa. Il mister si applica molto su questo, insieme a tutti i dettami tecnici o tattici del campo. Il mister però è bravo proprio in questo, lavora sulla testa e ci fa performare bene. L'obiettivo è sempre quello di scendere in campo e divertirsi. Quando sei in campo ed è bello giocare, è perché fai tutte le cose giuste. Noi cerchiamo sempre di dare il 110% ed è quello che ci chiede il mister. Lui dice sempre che se mettiamo quell'umiltà, quella foga necessaria per vincere le partite, diventa tutto più facile".
Molto secca e rapida da parte di Zaccagni la risposta sugli obiettivi stagionali, dove descrive la Lazio come una squadra senza limiti di sorta. "Noi non vogliamo metterci dei limiti. Siamo consapevoli di essere una squadra forte. Sappiamo che possiamo fare bene, ma il nostro obiettivo è sempre quello di vincere la partita che deve arrivare".
Un nuovo allenatore spesso significa nuove richieste tecniche e tattiche, nonostante lo stesso ruolo. Ecco come Zaccagni ha evoluto il suo stile con Baroni: "Ognuno di noi tre in trequarti ha qualcosa di diverso. Io quest'anno in campo sono molto libero, il mister mi lascia tante libertà. Posso stare largo e poi dopo venire dentro e questa cosa mi piace molto. Poi Guendouzi e Rovella stanno facendo una stagione fantastica e mi aiutano tantissimo":
Dal lavoro in campo all'esultanza, il momento di massima gioia e festa dopo la realizzazione di un gol, il giocatore racconta cosa gli passa per la testa dopo ogni rete: "Quando faccio gol - spiega Zaccagni - soprattutto all'Olimpico mi viene l'istinto di andare sotto la Curva a festeggiare con i tifosi. Loro ti danno qualcosa che è raro percepire, anche durante la vita di tutti i giorni. È sempre bellissimo ricevere qualcosa dai nostri tifosi. Per la verità anche in casa cerco sempre di andare sotto lo spicchio dei nostri tifosi. È proprio bello sentire il loro affetto e calore. L'esultanza con le mani dietro le orecchie? È una cosa che mi viene d'istinto. L'arciere era l'esultanza nata quando sono arrivato alla Lazio e ci sono molto affezionato. Mi piace per questo la porto avanti".
Dal punto di vista statistico l'impatto avuto fin qui dal numero 10 è uno dei migliori della sua esperienza in biancoceleste. "Sto sicuramente facendo una bella stagione - spiega il capitano laziale - però il mio obiettivo è sempre quello di migliorarsi. Voglio far crescere i miei numeri e continuare il mio percorso di crescita".
Dopo il racconto della stagione sua e della Lazio, la seconda parte di questa intervista di Zaccagni è diventata più introspettiva, a cominciare dalla domanda dell'influenza di suo padre nella sua passione per il calcio. "Mio papà mi ha sempre trasmesso questa sua passione per il calcio. Lui ce l'aveva, ma penso che in realtà non servisse nemmeno troppo me la passasse, era una cosa che avevo dentro. La sentivo già da bambino: a quattro anni hanno dovuto iscrivermi alla scuola calcio perché in casa non mi tenevano più. Rompevo le cornici delle foto (ride, ndr), quindi era meglio mi mandassero in campo. Sono nato sulla spiaggia e anche lì giocavo sempre con il pallone".
L'idolo di Zaccagni è Alessandro Del Piero, un giocatore a cui ispira anche il suo modo di giocare. "Io sono sempre stato affascinato da lui. Alex - afferma il capitano dei laziali - è da sempre il mio idolo, ho studiato il suo modo di giocare, il suo tiro, i suoi gol e le sue movenze. Ci siamo sentiti spesso, mi ha anche scritto dopo il mio gol in Nazionale agli Europei, abbiamo davvero un bel rapporto".
L'ultima domanda ha chiesto al numero 10 della Lazio dei suoi obiettivi legati alla Nazionale italiana: "Far parte della Nazionale è sempre qualcosa di fantastico. Il mio obiettivo è sempre quello di essere nel gruppo. Rispetterò sempre le scelte del mister. Il mio obiettivo però è quello di essere sempre lì e farò di tutto per realizzarlo":
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